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IL LIBRO
Scopri il libro In Auto sulle Alpi raccontato dai suoi autori
In auto sulle Alpi è quello che nell’editoria cartacea si chiama un’edizione di pregio:

due volumi, per un totale di 768 pagine, in grande formato 25x35, con edizione bilingue italiano-inglese, stampato in quadricromia e pieno di immagini ad alta risoluzione, migliaia in realtà, tra foto d’epoca, cartoline, manifesti, mappe e documenti.

All’interno, inoltre, ci sono due tipi di carta, per distinguere la trattazione degli Autori di oggi da quella dell’Autore di ieri.

Sì, perché incastonato in mezzo al libro c’è un altro libro, riedito, tradotto per la prima volta in italiano e commentato a partire dalla versione originale del 1911: The high-roads of the Alps, del viaggiatore e giornalista britannico Charles Lincoln Freeston.

Si tratta del testo da cui ha avuto inizio tutto: non soltanto la composizione del libro In auto sulle Alpi, ma anche lo sviluppo del turismo individuale nell’area alpina.
Come leggerai nella prima parte (In auto sulle Alpi, cent’anni fa: il sogno ha inizio), ancora a fine Ottocento sulle montagne del cuore d’Europa si saliva a piedi, a dorso di mulo, in carrozza o in bicicletta, ma si trattava per lo più di esperienze limitate quanto traumatiche.  

Quando arrivò il treno nelle principali località pedemontane le distanze si accorciarono: si moltiplicarono così gli esploratori, gli scalatori, i naturalisti e i semplici curiosi, che potevano compiere l’ultimo tragitto di avvicinamento alle vette in diligenza. Più tardi sarebbe arrivato anche l’autobus.  

Si trattava però pur sempre di tratte limitate, e anche gli orari erano rigidamente fissati: la vera e propria libertà di scoperta arrivò con l’automobile.
Gli Inglesi furono i primi a cogliere al volo le opportunità del nuovo mezzo di trasporto. Erano esploratori e viaggiatori da almeno un secolo, fin da quando il celebre Viaggio in Italia di Goethe aveva richiamato schiere di nobili aristocratici sulle strade del Continente.  

Così, mentre anche nel resto d’Europa si costituivano i primi Touring e Automobile Club, nella vivace capitale di Edoardo VII un manipolo di gentiluomini iniziò a pensare ad un’onorevole sfida all’ultimo rombo di motore: violare le Alpi, da Nizza a Venezia, con l’espressione più alta della modernità trionfante, vale a dire l’automobile.  

Di questo parla la seconda parte del libro, La scommessa di Londra e il nuovo Grand Tour.
La sezione successiva è quindi dedicata al vincitore di quella scommessa e, come anticipato, autore di The high-roads of the Alps, oltre che di centinaia di altre pubblicazioni: Charles Lincoln Freeston.  

Ti abbiamo già parlato di lui, definendolo un pioniere. Ma anche era famoso tra i suoi contemporanei: se avessero avuto Internet l’avrebbero chiamato influencer!  

Una figura complessa e bellissima quanto sfuggente, sulla quale pare che ancora oggi aleggi un velo di mistero: in vent’anni di ricerche Andrea Lazzarini e Giuliana Lonardi, gli autori di questo libro, non sono riusciti a recuperarne nemmeno un ritratto!  

La ricca biografia che leggerai nella parte terza è frutto di un’indagine certosina sulle tracce del personaggio, condotta ex novo a partire da una fitta rete di rimandi e di testimonianze d’epoca, e costituisce quindi un inedito: non la puoi trovare altrove.  

Se poi in futuro emergessero ulteriori dettagli ti daremo la possibilità di conoscerli e di essere aggiornato: infatti, per ogni sezione di In auto sulle Alpi predisporremo un’espansione web, accessibile a tutti i lettori tramite un apposito Qrcode segnato accanto al titolo, come puoi già vedere in bozza sulla preview sfogliabile del libro.
Con lo stesso stile particolarissimo che avrai notato, a metà tra l’accattivante narrazione romanzesca e la rigorosa ricerca accademica, è strutturata anche l’ultima parte del libro, intitolata Passi feriti, passi liberi: l’automobilismo alpino dopo la Grande Guerra.  

Dapprima potrai scoprire il punto di vista di Freeston sulle reciproche influenze tra guerra e motori già negli anni Dieci; poi rivivrai le atmosfere contraddittorie degli anni Venti, quando il nostro viaggiatore tornò sui suoi passi, e sui passi alpini, per valutarne i cambiamenti, la maggior parte dei quali positivi.  

Il primo conflitto mondiale costituì infatti uno spartiacque nel percorso di unificazione culturale delle Alpi.

Da un lato incentivò i progressi tecnici dei veicoli che si diffusero poi su vasta scala per tutto il resto del secolo breve. E dall’altro diede l’impulso alla costruzione di strade d’alta quota, favorendo la successiva evoluzione del turismo e delle pratiche sportive.
All’automobilismo alpino inteso come sport gli autori di Driving through the Alps dedicheranno presto un altro volume, dal titolo Racing through the Alps. Vi troverai gli avvincenti racconti delle prime prove tecniche e competizioni internazionali, la genesi del collezionismo e la storia di alcuni personaggi chiave di quel mondo. Chissà, forse qualcuno lo conoscerai già, forse addirittura l’avrai incontrato!  

Il sommario c’è già:
 Auto contro forconi (1895-1910)
Le grandi sfide (1911-1926)
 Uniti attraverso le Alpi (1927-1957)
 E ora… rally (1958-1971)
 Le parate storiche (1972-1985)
Il passato nel futuro (1986-2025)
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